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Storia, teoria e critica del disegno, dell'incisione e della grafica

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Anno accademico 2013/2014

Codice dell'attività didattica
LET0982 - 6 cfu
Docente
Piera Giovanna Tordella (Titolare del corso)
Corso di studi
laurea magistrale in Culture moderne e comparate
Anno
1° anno 2° anno
Tipologia
Per la tipologia dell'attività controllare il piano carriera
Crediti/Valenza
6
SSD dell'attività didattica
L-ART/04 - museologia e critica artistica e del restauro
Modalità di erogazione
Tradizionale
Lingua di insegnamento
Italiano
Modalità di frequenza
Facoltativa
Tipologia d'esame
Orale
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Sommario insegnamento

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Obiettivi formativi

 

Il corso si propone di affrontare l’intreccio dei temi sottesi a una ricostruzione e interpretazione quanto più complessiva del rapporto contrastato e dibattuto tra disegno, incisione, grafica e fotografia, nel corso dell’Ottocento europeo. Rapporto analizzato non solo attraverso opere, ma altresì indagato attraverso scritti, opere letterarie, interventi giornalistici, saggi su riviste. Queste ultime impegnate talora a tutto campo («Die Graphischen Künste», prima fra tutte) a contrastare l’ascesa esponenziale della fotografia non tanto o non solo quanto veicolo di un linguaggio autonomo ma come strumento riproduttivo di opere d’arte, destinato a rivoluzionare gli antichi sistemi xilografici e incisori, da secoli unici veicoli dell’immagine seriale.

 

Il corso si coordina con altri all'interno del Corso di laurea magistrale in “Culture moderne comparate” sul tema "Il pubblico”.

 

The course presents the complex and intertwined aspects of the history and interpretation of the relationship between drawing, etching, graphic and photography in Europe during the nineteenth century. This relationship is analyzed not only by looking at the artworks, but it is also examined through writings, literary works, journal articles and essays on reviews. The review, in particual, were sometimes engaged (first of all «Die Graphischen Künste») in opposition to the growing fortune of photography not only as an autonomous artistic language but as an instrument for the reproduction of works of art, intended to supersed the tradition of etching and engraving, which had been the only means to reproduce images for centuries.

The course is connected with other courses within the Corso di laurea triennale in “Culture e letterature del mondo moderno” focusing on the topic of “Europe”.

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Risultati dell'apprendimento attesi

 Il corso prevede un colloquio teso a verificare la maturata consapevolezza da parte dello studente in ordine agli orizzonti tematici e metodologici affrontati nel programma; aspetti finalizzati, nello specifico, a condurre, nella prospettiva degli studi comparati, lo studente ad assimilare le radicali opposizioni e, ad un tempo, le sostanziali interazioni tra la tradizione incisoria (e indirettamente disegnativa) e inedite letture della realtà indotte dalla genesi e progressione esponenziale del mezzo fotografico lungo l’Ottocento europeo. Fase che integra nella crescita tecnica, la valenza culturale con sempre maggiore convinzione attribuita dagli artisti alla fotografia, al di là del primo, parziale riconoscimento dell’autonomia del suo portato estetico.

 The exam consists of a interview to test the improved awarness of the students on the topics and methodologies examined in the couse; adopting the perspective of comparative studies, the students should learn the interactions and conflicts between the etching tradition (and also the drawing tradition) and the unprecedented interpretations of reality influenced by the birth and the development of photography during the nineteenth century in Europe. A growth which combined technical developments with cultural meanings, an importance increasingly granted to photography by artists beside the first recognition of its aesthetic values.

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Programma

 

Titolo del corso:

Dialettica della rappresentazione: disegno, incisione, grafica nel rapporto con la fotografia. Autonomia semantica, interazione funzionale, ricezione critica, polivalenza culturale nell’Ottocento europeo.

 

Modulata da positività e negatività sottese alla ricerca di un intersecato, comunque problematico equilibrio, la riflessione sullaccoglimento culturale prima ancora che strumentale della fotografia nel grande teatro dellarte era parte di un dibattito ben più allargato e accesamente poliedrico che nel corso dellOttocento investe la cultura dellantico continente e no. Fotografia intesa quale veicolo sia di restituzione iconografica rivolta a fruitori tendenzialmente colti ma eminentemente dilettanti, sia di indagine conoscitiva per gli storici dellarte e i cultori più avvertiti della materia. Un dibattito largamente alimentato anche da riviste come lo «Zeitschrift für bildende Künste» e soprattutto «Die Graphischen Künste», periodico viennese fondato nel 1879, per il quale molti furono gli artisti, che in contrapposizione alla diffusione della fotografia, crearono opere originali inserite a modo di tavola allinterno dei vari fascicoli. Fascicoli che dunque vengono a rappresentare dei ricettori di epifanie artistiche talora ragguardevoli per cifra linguistica e culturale. A costituire un quadro significativo di questo dibattito non solo viennese nel tardo Ottocento si integra, a Lipsia, l«Archiv für die Zeichnenden Künste».

Tale stadio di conflittualità solo in parte si stempererà sia nel riconoscimento, - esso stesso discusso (Blanc, Fromentin, Zola, Proust, et alii) e non pianamente accolto anche da intellettuali di eminentissima statura (Baudelaire, ad esempio) -, della pienezza espressiva del mezzo fotografico, sia nella sua possibile, naturale, organica interazione con i veicoli storici dell’opera d’arte nella sua riproducibilità seriale già pienamente espressa nel corso del Settecento rispetto ai fogli di maestri antichi e moderni.

Altro aspetto trattato nel corso, la ricezione da parte del grande pubblico della fotografia e dei suoi principali attori. Tra questi Nadar, ospite nello proprio studio parigino della prima esposizione degli Impressionisti organizzata da Degas nel 1874.

Questione non secondaria, infine, l’adozione della fotografia nella didattica delle arti (ad esempio in Ruskin) e il suo possibile grado di incidenza nell’interpretazione delle opere d’arte (si veda il saggio di Wölfflin su  scultura e fotografia, 1896-1897).

 

Course title: Dialectics of the representation: drawing, etching and their relationship with photography. Semantic autonomy, interaction, critical reception, cultural meaning in Europe during the nineteenth century.

 

The medititation on the cultural acknowledgment of photography and its inclusion among visual arts was part of a wider, articulated and animated debate which developed not only in Europe during the nineteenth century. Photography was interpreted both as an instrument for iconographic reproduction for a cultivated and, at the same time, amateurial audience, and as an instrument of study for art historians and scholars. A lively debate which was fostered also by journals such as «Zeitschrift für bildende Künste» and «Die Graphischen Künste», a Viennese journal established in 1879 to which many artists collaborated and, in opposition to the widespread use of photography, for which created original artworks attached to journal issues. Thus, these issues presented meaningful and important works of art. Also the «Archiv für die Zeichnenden Künste», in Lipsia, was part of this lively debate in the late nineteenth century.

This conflict would partially come to an end with the acknowldgmenteven if debated (Blanc, Fromentin, Zola, Proust, et alii) and not entirely accepted by all the intellectuals (i.e. Baudelaire)of both the expressive value of photography  and its possible, inevitable, interplay with the traditional  forms of artistic reproduction, thoroughly explored in the Eighteenth century in examples of both ancient and modern masters.

This course also deals with the reception of photography and its protagonists by the public, such as Nadar, who in 1874 hosted in his parisian studio  the first Impressionist exhibition organized by Degas.

Another important topic this course addresses is the adoption of photography within art teaching (i.e. Ruskin) and its influence in the interpretation of the works of art (see Wölfflin's essay on sculpture and photography 1896-97)

Testi consigliati e bibliografia

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Bibliografia di riferimento:

- P.G. Tordella, Il disegno nell’Europa del Settecento. Regioni teoriche ragioni critiche, Firenze, Olschki, 2012.

- F. Nadar, Quando ero fotografo, a cura di M. Rago, traduzione di S. Santuari, Milano 2010.

- C. Baudelaire,  Salon del 1859 (IIIl pubblico moderno e la fotografia), in Id., Scritti sull’arte, prefazione di E. Raimondi, traduzione di G. Guglielmi ed E. Raimondi, Torino, Einaudi, 2004.

- E. Fromentin, Rubens et Rembrandt. Les Maîtres dautrefois, préface dA. Thibaudet, Bruxelles 1991, cap. IX.

- F. Boucher, Au temps de Baudelaire, Guys et Nadar, Paris 1945.

- H. Wölfflin, Fotografare la scultura, a cura di B. Cestelli Guidi, traduzione di I. D’Angelo, Mantova 2008.

- W. Benjamin, Piccola storia della fotografia, in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa, con una nota di P. Pullega, Einaudi,Torino 2000, pp. 57-78 (Ia ed. italiana 1968).

- T. Fawcett, Graphic versus Photographic in the Nineteenth-Century Reproduction, in «Art History», IX, n. 2, June 1986, pp. 186-212.

- A. Hamber, The Photography of the Visual Arts, 1839-1880: Part I, in «Visual Resources», V, n. 4, 1989, pp. 289-310.

- A. Hamber, The Use of Photography by Nineteenth-Century Art Historians, in «Visual Resources», VII, 1990, pp. 135-161.

- U. Keller, Visual Difference: Picture Atlases from Winckelmann to Warburg and the Rise of the Art History, in «Visual Resources», XVIII, 2001, pp. 179-199.

- B. Berenson, La fotografia, in Estetica, etica e storia nelle arti della rappresentazione visiva, traduzione di M. Praz, Milano, Abscondita 2009, pp. 168-173.

- A. Scharf, Arte e fotografia, traduzione di L. Lovisetti Fuà, Torino 1979 (ed. originale, Art and Photography, London 1968)

- M. Freitag, La servante et la séductrice. Histoire de la photographie et histoire de lart, 2 voll., Paris 1997. 

Altri testi e varianti bibliografiche potranno essere consigliati nel corso della didattica.

 

Bibliography:

 - P.G. Tordella, Il disegno nell’Europa del Settecento. Regioni teoriche ragioni critiche, Firenze, Olschki, 2012.

- F. Nadar, Quando ero fotografo, a cura di M. Rago, traduzione di S. Santuari, Milano 2010.

- C. Baudelaire,  Salon del 1859 (IIIl pubblico moderno e la fotografia), in Id., Scritti sull’arte, prefazione di E. Raimondi, traduzione di G. Guglielmi ed E. Raimondi, Torino, Einaudi, 2004.

- E. Fromentin, Rubens et Rembrandt. Les Maîtres dautrefois, préface dA. Thibaudet, Bruxelles 1991, cap. IX.

- F. Boucher, Au temps de Baudelaire, Guys et Nadar, Paris 1945.

- H. Wölfflin, Fotografare la scultura, a cura di B. Cestelli Guidi, traduzione di I. D’Angelo, Mantova 2008.

- W. Benjamin, Piccola storia della fotografia, in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa, con una nota di P. Pullega, Einaudi,Torino 2000, pp. 57-78 (Ia ed. italiana 1968).

- T. Fawcett, Graphic versus Photographic in the Nineteenth-Century Reproduction, in «Art History», IX, n. 2, June 1986, pp. 186-212.

. - A. Hamber, The Photography of the Visual Arts, 1839-1880: Part I, in «Visual Resources», V, n. 4, 1989, pp. 289-310.

- A. Hamber, The Use of Photography by Nineteenth-Century Art Historians, in «Visual Resources», VII, 1990, pp. 135-161.

- U. Keller, Visual Difference: Picture Atlases from Winckelmann to Warburg and the Rise of the Art History, in «Visual Resources», XVIII, 2001, pp. 179-199.

- B. Berenson, La fotografia, in Estetica, etica e storia nelle arti della rappresentazione visiva, traduzione di M. Praz, Milano, Abscondita 2009, pp. 168-173.

- A. Scharf, Arte e fotografia, traduzione di L. Lovisetti Fuà, Torino 1979 (ed. originale, Art and Photography, London 1968)

- M. Freitag, La servante et la séductrice. Histoire de la photographie et histoire de lart, 2 voll., Paris 1997. 

 

Other essays will be suggested during the course



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Note

 

Il programma definitivo, corredate delle indicazioni delle sezioni dei singoli testi oggetto di esame, verrà depositato alla fine del corso presso la Biblioteca di Arte, Musica e Spettacolo – Dipartimento di Studi Umanistici (Palazzo Nuovo, II piano).

Non sono previsti programmi speciali per i non frequentanti.

 

The course bibliography, with specific indications regarding  each text, will be available by the end of the course at the Library of Arte, Musica and Spettacolo – Dipartimento di Studi Umanistici (Palazzo Nuovo, 2nd floor). 

 

There will be no additional bibliography for students who can not attend the courses.

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Ultimo aggiornamento: 21/04/2016 10:03

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